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Alessio Sakara annuncia dalla sua pagina facebook di aver firmato un contratto con l’UFC che lo legherà alla più grande organizzazione MMA del mondo per altri 5 incontri
Il legionario combatterà, come la volta scorsa, nel difficile roster dei middle-weight. Al momento non si conosce il nome degli avversari, molto probabile il re-match contro Peter Cotè, fortemente voluto sia da Dana White che dai numerosi fans che hanno partecipato al sondaggio lanciato dall’autorevole sito http://www.sherdog.com.
Questo è ciò che Alessio Sakara ha dichiarato in un video postato a proposito dell’incontro di Montreal e sul perchè è stato squalificato….continua a leggere su www.train2fight.net
Durante una sessione di sparring in vista del match contro il franco-canadese Patrick Côté, il legionarioAlessio Sakara si è procurato una fastidiosa ferita al sopracciglio sinistro, per ricucire il taglio sono stati necessari 12 punti di sutura.Fortunatamente nulla di grave, Alessio Sakara nonostante la brutta ferita ha continuato ad allenarsi indossando una maschera di protezione. La ferita si sta rimarginando e tutto sembra procedere per il meglio.
Nel gennaio 2003, Spike TV lanciò TUF un reality con la presenza di lottatori di mma in competizione tra loro per un contratto di sei incontri con l’UFC, con i combattenti che venivano eliminati dalla competizione attraverso dei match.
Lo show ebbe da subito un enorme successo , culminando nella spettacolare puntata finale con l’indimenticabile epic 3- round war tra Forrest Griffin e Stephan Bonnar.
Il prossimo 17 Novembre Alessio Sakara combatterà nella regione del Quebec in Canada, contro il franco-canadese Patrick Cotè nell’ambito della manifestazione UFC 154. L’avversario di Alessio Sakara è sicuramente un fighter di spessore, con tanta esperienza alle spalle e con un ottimo score (17-8 MMA, 4-8 UFC.)
Reduce dalla recedente sconfitta contro il cinese Cung Lee, Patrick Cotè è sicuramente in cerca di riscatto. Il prossimo match lo disputerà tra meno di un mese, in casa ed è più che determinato a non deludere il suo pubblico.
Il legionario attraverso la sua fan page di facebook rassicura tutti i suoi fans, in questo momento è negli States, da più di un mese a Miami in Florida sottoposto ad un duro allenamento.
Alessio Sakara è in forma, calmo e concentrato il prossimo 17 novembre assisteremo ad un bel match e noi tutti non possiamo fare altro che tifare per il nostro Legionario: Forza Alessio!!!Dai cazzo!!!!
Nell’attesa conosciamo meglio il prossimo avversario di Alessio Sakara, ecco gli highlights di Patrick Cote
L’arte marziale conosciuta col nome di Judo è un sistema di attacco e di difesa che comprende una serie di mosse che vanno dalla proiezione o immobilizzazione dell’avversario ai colpi diretti ai punti vitali del suo corpo. Il termine Judo è composto dalle due sillabe “JU” e “DO” che hanno il seguente significato: JU significa dolce, cedevole,che non oppone resistenza. Questo non vuol dire che nel Judo non occorre la forza. E’ più esatto dire che la forza, sia pur inferiore a quella dell’avversario, se sarà coordinata con uno scopo preciso potrà sopraffare quella dell’avversario. DO significa Via o strada. Quindi il Judo non è altro che “La Via che conduce alla gentilezza”.Il Judo nasce formalmente in Giappone nel 1882, grazie al contributo del leggendario judoka Jigoro Kano che perfezionò un sistema eclettico ispirato alla tecnica di molte scuole di Jiu-jitsu giapponesi. Jigoro Kano analizzò ogni waza (mossa) delle scuole tradizionali giapponesi di Jiu-jitsu, eliminando quelle che non corrispondevano al principio “massimo risultato con il minimo sforzo”.Sul finire della prima guerra mondiale, uomini di ogni nazionalità si interessarono a questo efficace sistema di lotta, ciascuno per scopi differenti: sportivi, militari, appassionati di filosofie orientali ecc. In questo stesso periodo, siamo agli inizi del 900, il console giapponese Mitsuyo Maeda viene inviato a svolgere il suo mandato in Brasile. Il console conosciuto come “Conte Koma” era un esperto judoka, profondo conoscitore del judo Kodokan ideato da Jigoro Kano e, in breve tempo, aprì numerose scuole in tutto il paese, grazie all’enorme contributo di un importante uomo d’affari brasiliano, Gastao Gracie. Il maestro Maeda in segno di riconoscenza nei confronti dell’amico, insegnò tutti i segreti del Judo a suo figlio, Carlos Gracie. Da questo semplice gesto di gratitudine, nacque una nuova arte marziale: il brazilian Jiu-jitsu (BBJ).
Il Jiu jitsu brasiliano tecnicamente non è difforme dal Judo, essi derivano dallo stesso ceppo, ma si sono evoluti e sviluppati separatamente. Ciò che differisce è l’approccio “strategico” alla lotta: Ladifferenza principale tra il Judo giapponese e il Jiu jitsu brasiliano sta nel fatto che nel BJJ il combattimento può proseguire sul suolo, mentre nel Judo giapponese l’inattività al suolo è fissata in un limite di pochi secondi. Questo ha comportato che nel Judo, i lottatori focalizzano l’allenamento sullo sviluppo della forza mentre nel BJJ viene dato maggiore risalto allo sviluppo della tecnica. Stabilire quale sia tra il judo e il BJJ lo stile più efficace, è un pò come rispondere alla domanda Beatles o Rolling Stones. Inevitabilmente tra le due scuole è sorta una sana rivalità e non sono mancate sfide all’ultimo sangue per stabilire quale sistema di lotta fosse più efficace.
Uno di questi è certamente il match tra Yoshida (Judo) e Royce Gracie (BJJ) terminato con la vittoria di….
Rocco Francis Marchegiano è nato a Brockton, nel Massachussets il 1 settembre 1923 a quei tempi uno dei principali poli calzaturieri degli Stati Uniti. Suo padre Pierino Marchegiano era originario della provincia di Chieti e lavorava in una delle tante fabbriche di scarpe, la madre Pasqualina Picciuto era originaria della provincia di Benevento. Rocco, i suoi 2 fratelli e 3 sorelle, hanno trascorso la gran parte della loro infanzia accanto alla madre in condizioni di povertà.
A 15 anni comincia a lavorare in cantiere ed è proprio a partire da quel momento che sviluppa un fisico possente. In seguito si arruola nell’esercito, allora aveva vent’anni. Era il 1943, e allora il giovane Rocco cominciò ad avvicinarsi al pugilato per la prima volta soltanto per evitare gli scomodi ordini che gli venivano impartiti dai suoi superiori. Leggenda vuole che nel corso di una rissa in un pub di Cardiff , Rocco riuscì a stendere un grosso australiano con un unico destro ben piazzato. Fù così che una volta tornato negli States, con l’aiuto di suo zio Mike entrò nel circuito della boxe dilettantistica.
Il suo primo incontro nel circuito dilettantistico andò “male”, e male lo scriviamo tra virgolette perchè perse quell’incontro, ma lo perse perchè subì una squalifica dopo pochi minuti per scorrettezze. Quella sera nacque Rocky Marciano.
Dopo quell’incontro cominciò a lavorare alla Brockton Gas Company. In questo periodo arrivò in finale in un torneo pugilistico per dilettanti nell’Oregon. Il primo incontro professionistico di Rocky Marciano gli fù organizzato da un suo vecchio amico, Alli Colombo, nel 1947. Il suo avversario era Lee Epperson, andò KO alla terza ripresa dopo un destro corto e micidiale alla bocca dello stomaco. In quella occasione Rocco Francis Marchegiano usò lo pseudonimo di “Rocky Mack” solo per non far venire un colpo alla propria madre contraria alla boxe.
Dopo gli capitò un pò di tutto; tentò di entrare nel mondo del football ma fù scartato, partecipò al Golden Gloves a New York e perse in finale a causa di un dubbio verdetto.Nelle Olimpiadi del 48 si infortunò un dito perdendo l’opportunità di poter partecipare alle gare. In questo stesso periodo perse anche il lavoro.
Grazie sempre al suo amico Colombo incontrò il leggendario allenatore Charlie Goldman, che impressionato dalla potenza di Rocky gli organizzò degli incontri professionistici. Si allenò a Brockton e disputò il suo secondo incontro contro il temuto Harry Bilazarian nel luglio del 1948, incontro che finì dopo 92 secondi grazie a due “overhead” di Rocky. Fu proprio in quel periodo che cambiò il suo nome in Rocky Marciano perchè gli speaker radiofonici storpiavano troppo il suo vero cognome da Marchegiano a “Marcciiano”, tra il 48 e il 49 dopo aver disputato altri 16 incontri vinti tutti per Ko. “The Brockton Blockbuster” così era soprannominato, il demolitore di Brockton.
Cattivo, basso, tarchiato, con un allungo inferiore alla media, tecnicamente grezzo, ma con un destro potentissimo, sempre ai limiti del regolamento dotato di una resistenza fuori dal comune, un vero guerriero disposto a prenderne tanti di pugni pur di piazzarne uno dei suoi, per lui la sconfitta non era una delle alternative possibili. Un pugile “Aggressore”, “In-figher” o “Incalzatore”, uno che boxa dall’interno della guardia dell’avversario, anche per questo questo genere di pugili sono chiamati “pressure- fighter”, perchè spinge sempre sull’avversario, aggredendolo con continue raffiche di ganci e uppercut. Di questa tipologia di combattenti Marciano è stato il massimo espressionista.
Un buon “In-fighter” deve saper anche incassare, perchè questa tecnica lo espone ad essere colpito da serie di jab prima di riuscire ad entrare nella guardia dell’avversario. Marciano divenne il pupillo di Goldman, lo allenò a New York e perfezionò la sua tecnica. E’ del 49 il leggendario incontro con Carmine Vingo un colosso italo-americano di 193 cm. Si massacrarono di botte per sei round prima che Vingo cadesse a terra come una vecchia grande quercia.
Dopo quella sera Carmine Vingo dovette ritirarsi dalla boxe, provocando in Rocky non pochi sensi di colpa che si porterà dietro fino al termine della sua carriera., poi fu la volta di Roland La Starza, un gran pugile dotato di ottima tecnica, e anche lui imbattuto fino a quel momento, e poi anche Rex Layne andò al tappeto dopo sei round, e dopo ancora toccò all’allora leggenda del pugilato Joe Louis che salendo sul ring pensando di riuscire a ritornare alla ribalta si è ritrovato di fronte un toro scatenato che lo ha travolto tenendolo schiacciato alle corde nell’ottavo round. Soltanto una volta in tutta la carriera è andato al tappeto Rocky Marciano.
Era il 23 settembre del 1952 e l’avversario era Jersey Joe Walcott, campione del mondo dei pesi massimi pugile d’esperienza e di grande tecnica. Walcott si scaglia su Rocky che va al tappeto al secondo round. Si rialza subito e alla tredicesima ripresa quando era ormai certo che avrebbe perso ai punti che con “Suzie-Q”, il micidiale gancio destro di Rocky, fa crollare Walcott sulle corde mentre la folla era in visibilio. Rocky Marciano è campione del mondo dei pesi massimi. Walcott e La Starza ebbero anche la loro rivincita, ma gli andò male. Rocky Marciano era una persona semplice, di cuore, era un italiano. A chi gli ha chiesto quale sia stato l’incontro più duro lui ricorda quello con il grande Ezzard Charles, leggenda della boxe, ex campione del mondo dei pesi massimi. Contro di lui vinse la prima sfida ai punti dopo 15 rounds di sudore e sangue. Rocky Marciano è morto precipitando, assieme al pilota del suo aereo privato, un Cessna 172, durante un volo partito da Des Moines condotto in condizioni atmosferiche definite proibitive dal pilota stesso a Newton nello Iowa a solo 45 anni d’età il giorno prima del suo compleanno.
Rocky Marciano è stato l’unico pugile a detenere il titolo del mondo e a ritirarsi imbattuto dopo 49 vittorie (e ben 43 ko) su 49 incontri da professionista.
Il sogno dei thaiboxers di tutto il mondo è quello di poter vincere un giorno la cintura Lumpinee Stadium, il più prestigioso titolo di Muay Thai.
Lo stato Lumpinee si trova a Bangkok in Thailandia ed è stato costruito nel 1956. Di proprietà dell’esercito thailandese, copre un area totale di circa 3000 m2 con circa 9500 posti a sedere.
Gli incontri si svolgono il martedì, il venerdì ed il sabato, di solito attorno alle 18:00. Il biglietto costa fra i 500฿ ed i 1500฿.